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Associazione sportiva nata con l’intento di riunire appassionati di Mountain Bike intorno ad un progetto che non prevede la sola partecipazione a gare, ma anche l’organizzazione di eventi sportivi (corsi di guida, uscite con accompagnatori…) e culturali (esposizioni fotografiche a tema sportivo…). Il tutto integrato con la valorizzazione del territorio circostante.

Ma perché questo nome, “maglia nera” ?
Non sembra così rassicurante esserlo tra combattive orde di “leoni” e “guerrieri”. Nomen omen dunque?
Per rispondere bisogna conoscere la storia della prima maglia nera, al secolo Giuseppe Ticozzelli, piemontese classe 1894, nella vita due grandi passioni il pallone e la bicicletta, che a volte si sovrappongono.
È tra i fondatori dell’Alessandria Football Club. Quando si tratta di scegliere i colori della divisa sociale propone di adottare quelli della squadra ciclistica Maino, nella quale milita tra gli altri l’amico e compagno di sgambate Costante Girardengo.
Nel 15/18 interrompe l‘attività sportiva ed è al fronte come artigliere da montagna, guadagnandosi tre medaglie al valore ed una di bronzo.
Nel dopoguerra riprende la carriera di calciatore. Viene anche convocato in Nazionale per disputare a Milano un’amichevole; pur di presentarsi percorre in bicicletta la tratta Alessandria-Milano, arrivando appena in tempo per il fischio d’inizio.
Passa qualche stagione alla Spal e poi al Casale, per essere più vicino al padre malato.
Nel 1926, a trentadue anni, partecipa al Giro d’Italia come indipendente, diseredato, come si diceva allora di chi corre senza squadra di supporto, indossando proprio la maglia nero stellata del Casale.
Non passa inosservato, per il fisico imponente, l’originale casacca ed ovviamente per essere un calciatore professionista prestato al Giro.
Delle prime tappe restano celebri tanto le fughe che lo portano in testa al gruppo quanto le irriverenti pause per rifocillarsi: “Ecco Tico prendere posto all’esterno di un’osteria ed ordinare in tutta calma in attesa del gruppone…”.
Nasce così la leggenda del ciclista-gourmet che come un turista si gode il paesaggio e l’avventura senza badare al risultato: La nostra maglia nera!
Gli capita comunque di arrivare al traguardo prima di alcuni corridori professionisti, ottenendo risultati di un certo rispetto.
Durante la quarta tappa viene investito da una delle moto del seguito ed è costretto ad abbandonare in conseguenza delle ferite riportate.
Conclude la carriera sportiva con alcuni invidiabili primati personali, su tutti l’orgoglio di non aver mai subito alcuna espulsione, a testimonianza di uno spirito autenticamente sportivo.

Ecco spiegata la scelta; questo nome è simbolo di lealtà sportiva e di agonismo mai esasperato. Ma rappresenta, inoltre, la capacità di saper prendere le cose con il giusto equilbrio…


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